venerdì 8 marzo 2013

Un fiore, una canzone e dei libri per la Festa della donna


Di certo saprete che oggi é la Giornata Internazionale della Donna ma forse non conoscete l'usanza tutta italiana di regalare per la Festa della donna un mazzo di mimosa, pianta che fiorisce proprio i primi giorni di marzo. La mimosa fu scelta come simbolo floreale dall'Unione donne italiane nel 1946, quando per la prima volta in tutta Italia fu celebrata tale ricorrenza.


Non potendovi donare una mimosa vera e propria (e quella virtuale, si sa, non profuma ugualmente), vi regalo questa bellissima canzone di Fiorella Mannoia "Quello che le donne non dicono", eseguita da cinque celebri cantanti italiane:


 Le interpreti sul palco in ordine da sinistra sono: Carmen Consoli, Elisa, Fiorella Mannoia, Laura Pausini e Giorgia.



A me stessa, invece, regalo il nuovo libro della giornalista, scrittrice e conduttrice radiofonica Loredana Lipperini che nelle sue ultime opere si é occupata della condizione femminile nella nostra società.
 "Di mamma ce n'é più d'una" parla di mamme appunto ma anche dei diversi modi di vivere o scegliere consapevolmente di non vivere la maternità; analizza vecchi e nuovi stereotipi, mostra contrapposizioni apparentemente insormontabili e descrive tutto l'immaginario che ruota intorno all'essere madre (da quello proposto dalla pubblicità a quello che traspare dai sempre più numerosi mommy blog).

Quello che amo di questa autrice é la capacità di raccontare senza mai salire in cattedra: non giudica la realtà che descrive, non propone né modelli né soluzioni ma lascia spazio alla riflessione personale.

Già un paio d'anni fa per la Festa della Donna avevo ricevuto in regalo "Ancora dalla parte delle bambine", in cui la Lipperini, rifacendosi al celebre saggio degli anni '70 "Dalla parte delle bambine" di Elena Gianini Belotti, esamina i nuovi modelli femminili proposti alle bambine di oggi e racconta come la loro educazione ne influenzi le scelte da adulte. In particolare l'autrice "con grande lucidità e sicura ampiezza di indagine fa perno intorno a una domanda cruciale: come è possibile che le ragazze che volevano diventare presidenti degli Stati Uniti abbiano partorito figlie che sognano di sculettare seminude al fianco di un rapper?".

Lessi "Ancora dalla parte delle bambine" tutto d'un fiato mentre ero in Erasmus e potevo permettermi il lusso di guardare il mio paese al di là delle Alpi da una certa distanza. A lezione avevamo appena tradotto un articolo dal tedesco all'italiano sull'allora Ministra delle Pari Opportunità e i miei compagni tedeschi erano piuttosto sconcertati. Anche in Germania la condizione delle donne non é tutta rosa e fiori (per lo stesso lavoro ricevono spesso, ad esempio, uno stipendio mediamente più basso degli uomini), quello che sta(va) avvenendo in Italia, però, mi é sembrato improvvisamente una sorta di degradazione, non solo dell'immagine di noi donne, ma soprattutto delle nostre capacità. Come eravamo arrivate a questo punto? Era dipeso dalla società, da stereotipi antichi o dai "nuovi" modelli proposti in televisione?

Non sono ancora riuscita a darmi una risposta univoca ma, tanto più adesso che ho una figlia femmina, mi sento di consigliare fortemente questo libro a tutte le donne, alle mamme, ai papà di bambine ma anche di bambini perché credo fermamente che l'educazione che scegliamo di impartire oggi ai nostro figli sia un mattoncino per la costruzione della società di domani.

 Questo post partecipa al Venerdì del libro, un'iniziativa proposta da Homemademamma.

7 commenti:

  1. Ciao, ho letto il secondo libro "Ancora dalla parte delle bambine" un paio di anni fa... l'ho trovato molto interessante, soprattutto per l'analisi puntuale, però poi anch'io ero rimasta piena di dubbi e incertezza soprattutto in rapporto alla crescita delle mie due bimbe in questa società. Sicuramente è un libro che fa riflettere. Cercherò anche il primo libro che invece non conosco.

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  2. Ciao Daria, il primo libro di cui parlo "Di mamma ce n'é più d'una" é stato pubblicato da poco e devo ancora leggerlo anch'io ma, se é scritto come il primo, ne vale sicuramente la pena. Della Lipperini qualche anno fa era uscito anche "Non é un paese per vecchie" però ammetto di non aver ancora letto neanche questo. A dir la verità vorrei rileggere anche "Ancora dalla parte delle bambine" perché probabilmente oggi, come mamma, coglierei degli aspetti che allora mi erano sfuggiti: tutto il discorso sui giochi proposti alle bambine, ad esempio, dà molto su cui pensare...
    Lo storico saggio della Bellotti, invece, tu l'hai letto? Io temo che leggendolo mi possa accorgere che in fondo poco sia cambiato dagli anni '70...

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  3. Incappo spesso nel libro della Lipperini (Ancora dalla parte delle bambine) e prima o poi dovrò decidermi a leggerlo, pur avendo due figli maschi, ma questo non significa sia più facile in questa società!
    Proprio oggi parlavo, sconcertata, di come sia stato possibile che i figli di quella generazione, siano cresciuti così. Io sono abbastanza convinta la troppa televisione abbia fatto infiniti danni!
    alessandra

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  4. Il primo libro di cui parli mi è del tutto nuovo... L'altro mi è familiare per aver letto diverse recensioni, tutte positive, in merito.

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  5. @Il mio grande caos: Anch'io faccio parte della generazione cresciuta a pane e televisione, i cui modelli ammetto durante l'adolescenza mi hanno influenzata non poco; tant'é che ero una ragazzina un po'frivola. Crescendo, però, diciamo che mi sono ravveduta e penso sia dipeso dai miei famigliari che hanno saputo trasmettermi valori che adassero oltre il mero apparire e far soldi facili. Credo,infatti, che più che la televisione o la pubblicità sia la cerchia di persone con cui si cresce a determinare in buona parte chi saremo in futuro...poi magari mi sbaglio! ;-)

    @Stefania: L'ultimo libro della Lipperini, ho controllato, é uscito solo il 19 febbraio e anch'io l'ho scoperto per caso leggendone la recensione su un blog che seguo. In questo periodo tra l'altro l'autrice lo sta presentando in diverse città, magari sei fortunata e riesci ad andare a sentirla dalla tue parti. Ieri ad esempio era a Milano, oggi a Bologna, il 24 marzo a Torino presso il Circolo dei Lettori e il 25 marzo a Genova alla Feltrinelli.

    Buon fine settimana a tutte!

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    Risposte
    1. essere un po' frivoli/e di per sè può non essere un male

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    2. condivido che la cerchia di amicizie e le frequentazioni possano influenzare molto e surclassare i messaggi televisivi ma c'e' tv e tv e negli ultimi anni ha fatto piuttosto pena (ad esempio le proposte della domenica pomeriggio.....)!

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